Tecniche di inseminazione artificiale

Le tecniche di fecondazione assistita (comunemente note come “inseminazione artificiale”) sono metodiche che vengono attuate per ottenere il concepimento, qualora questo non avvenga spontaneamente. Si suddividono in tecniche di I, II e III livello. 

Le tecniche di primo livello, più semplici, sono quelle procedure che favoriscono il concepimento spontaneo a livello delle vie genitali femminili. Rientrano in questa categoria i monitoraggi della crescita follicolare con o senza stimolazione ovarica, seguiti da rapporti mirati o da Inseminazione Intra-Uterina (IUI).

Le tecniche di secondo e terzo livello, più complesse delle precedenti, sono quelle procedure in cui il concepimento si ottiene “in vitro”: l’incontro tra gameti maschili e femminili avviene infatti in laboratorio con l’ottenimento di embrioni che verranno poi trasferiti in utero. Rientrano in questa categoria i trattamenti di FIVET e ICSI, con o senza prelievo testicolare/epididimario degli spermatozoi.



L'INSEMINAZIONE INTRAUTERINA (IUI) 

L’I.U.I. è una tecnica che prevede il trattamento del liquido seminale e quindi la sua deposizione tramite un apposito catetere in utero.

Il trattamento del liquido seminale viene definito capacitazione e riguarda una serie di modificazioni simili a quelle che si verificano nel tratto genitale femminile dopo un normale rapporto; attraverso questo processo lo spermatozoo raggiunge la capacità di fertilizzare gli ovociti.

Generalmente l’inseminazione è preceduta da una moderata stimolazione dell’ovulazione. Con questa tecnica la fertilizzazione avviene all’interno dei genitali femminili, come dopo un rapporto spontaneo.

LA FERTILIZZAZIONE IN VITRO CON TRASFERIMENTO DELL’EMBRIONE (FIVET)

Il primo tentativo coronato da successo di FIVET avvenne nel 1978. Con questa tecnica, gli ovuli prelevati dalle ovaie in cui si è indotta un’ovulazione multipla, sono fertilizzati in una “provetta” dagli spermatozoi del partner maschile della coppia. Gli ovociti fertilizzati divengono embrioni e quindi trasferiti in utero. Oggi questa tecnica si utilizza, oltre ai casi di sterilità tubarica, in situazioni di sterilità inspiegata di lunga durata e di endometriosi.

La procedura per la FIVET richiede, nella maggior parte dei casi, la soppressione della normale attività ipofisaria e, successivamente, un’induzione ovulatoria multipla cui segue un prelievo degli ovociti. Questi dovranno poi essere fecondati in appositi terreni di coltura con gli spermatozoi in laboratorio. Si osserveranno in coltura gli embrioni eventualmente ottenuti che, infine, si trasferiranno in utero. L’intero ciclo comporta una durata di quattro – sei settimane, a seconda del protocollo utilizzato, calcolate dall’inizio del trattamento farmacologico fino al test di gravidanza; normalmente in un programma FIVET si richiede la presenza della paziente, per 5-6 volte.

L’INIEZIONE INTRACITOPLASMATICA DELLO SPERMATOZOO (ICSI)

Con questa tecnica si riesce ad iniettare un singolo spermatozoo all’interno dell’ovocita attraverso una speciale apparecchiatura detta micromanipolatore. Sono sufficienti pochi spermatozoi per poter ottenere embrioni che, una volta trasferiti in utero, possono dare luogo ad una gravidanza.

Non vi sono sostanziali differenze nella preparazione ad un ciclo di ICSI rispetto ad un ciclo di FIVET. Una volta prelevati gli ovociti, questi vengono opportunamente trattati con appositi terreni di coltura ma non tutti gli ovociti sono utilizzabili, lo sono solo quelli che si trovano ad un preciso stadio di maturazione. 

Questa tecnica ha avuto una grande diffusione perché è riuscita a dare la possibilità di avere un bambino a coppie che, a causa di un quadro seminale di grave dispermia o anche di azoospermia erano considerate senza speranza. Infatti, anche quando gli spermatozoi sono assenti nell’eiaculato è possibile tentare il loro recupero direttamente dal testicolo o dall’epididimo tramite degli aghi sottili (TESA, MESA) o piccoli prelievi bioptici (TESE, MESE).

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