Che cos’è la Vitamina D e perché è così speciale?
La Vitamina D fa parte di un gruppo di molecole liposolubili di natura steroidea. È rappresentata da una combinazione di due formulazioni e occupa una posizione speciale tra le vitamine. Infatti, il suo interesse in campo scientifico è rappresentato da un numero sempre crescente di pubblicazioni.
Favorisce l’assorbimento di calcio e fosforo a livello intestinale, la loro deposizione nelle ossa e il mantenimento del trofismo delle cartilagini.
Inoltre, viene accumulata nel fegato. Ciò consente di non assumerla con regolarità attraverso i cibi, dal momento che il corpo la rilascia a piccole dosi quando il suo utilizzo diventa necessario.
Svolge funzioni che la rendono simile a un ormone, presentando numerosi effetti biologici a distanza. Il più noto è quello sul metabolismo osseo, ma sono sempre di più, ad esempio, le evidenze circa il suo ruolo nella crescita cellulare, in diverse funzioni immunitarie e nella riduzione dell’infiammazione.
Vitamina D: dove si trova?
L’organismo umano è in grado di produrre vitamina D attraverso la pelle, grazie all’esposizione alla luce solare.
Perché la quantità assunta in questo modo sia sufficiente, è però necessario che tale esposizione sia protratta nel tempo.
Questo non sempre avviene, in quanto il timore di patologie neoplastiche cutanee o la comparsa di macchie solari spesso ne riducono la durata. Inoltre, vengono applicate lozioni e fattori protettivi, che impediscono la formazione della vitamina D.
Infine, è possibile assumere questa vitamina anche attraverso il cibo, che aiuta, ma non è sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero della stessa.
Per esemplificare, solo una porzione di 300g di salmone ne garantirebbe l’apporto corretto.
Come assumere la Vitamina D in sicurezza
Se quindi da un lato, come detto, l’esposizione al sole è importante per aumentare il livello di vitamina D, dall’altro è necessario seguire delle regole per non farlo in modo errato.
Potrebbe essere ragionevole esporre volto, braccia e gambe ai raggi solari circa due/tre volte alla settimana, per un tempo di 15-20 minuti.
I periodi migliori sono la primavera, l’estate e l’autunno, visto che in inverno l’irraggiamento solare è scarso.
La vitamina D prodotta dai raggi UV nelle stagioni favorevoli viene quindi immagazzinata nell’organismo, soprattutto nel grasso corporeo, e utilizzata nei periodi invernali.
Una sua carenza può condizionare le attività sportive. In caso di grave spossatezza è dunque consigliabile eseguirne il dosaggio ematico (nel periodo autunnale o invernale) per inquadrarne i valori e, nell’eventualità in cui questi non fossero sufficienti, valutare l’assunzione per via orale.
Un’integrazione di vitamina D, non supportata da un controllo ematico e non prescritta da un medico, è invece da evitare per i possibili effetti collaterali in caso di dosaggi elevati.
Infine, poiché con l’avanzare dell’età i livelli tendono ad abbassarsi, la popolazione più anziana dovrebbe assumerne la giusta quantità per garantire il benessere fisico.
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